Uno smartphone così non si era mai visto prima. Originale nella struttura e nel design, nonché dotato di un sistema operativo "cool". Il nuovissimo Motorola Backflip, che Nòva ha avuto modo di provare in anteprima, ha tutte le carte in regola per farsi notare. È copernicano: ribalta la prospettiva con la quale siamo abituati a vedere e concepire un supercellulare. Monta un ormai immancabile display touch e un tastiera estesa. Tutto normale quindi? Niente affatto. Tutto è ribaltato. La tastiera, al contrario di quanto siamo abituati, non è sotto il display, magari nascosta a scatto, ma è sul dorso. Si apre dunque a libro, tuttavia display e "qwerty" non si chiudono uno sull'altra, bensì rappresentano le due copertine. La casa chiama quest'architettura reverse-flip e ha lo scopo di migliore l'interfaccia utente. A noi è piaciuta molto: è pratica e semplifica la fruizione di video, foto e brani musicali.
Certo il Motorola espone le parti più delicate agli urti e per rendere più affidabile la tastiera questa è composta da un'unica lamina onde impedire l'ingresso di polvere e umidità. Il design è globalmente convincente anche se la vista frontale, pur gradevole, richiama troppo alla memoria l'iPhone.

E non è tutto: se non dovesse bastare il touch screen e la tastiera, sotto il display da 3.1 pollici ad elevata risoluzione (Hvga), vi è un secondo pannello sensibile al tocco delle dita. Si chiama Backtrack ed è una sorta di touchpad stile pc portatile che permette di scorrere pagine web e testi, senza nascondere con il polpastrello la schermata principale. Anche questa funzionalità è unica nel panorama smartphone.
Backtrack richiede un minimo periodo di apprendistato e un pizzico di coordinazione, ma poi una volta imparato a usarlo si apprezza la facilità con la quale questo terzo meccanismo di input e di controllo dell'interfaccia utente permette la navigazione online, sul web e tra i menu.

Fin qui l'hardware, ma il Backflip, secondo viaggio di Motorola nel pianeta Android, ha altre frecce nel suo arco. È nato per il social networking e porta al debutto la tecnologia Motoblur, sulla quale l'intero device è stato progettato e concepito. È un servizio, simile a Vodafone 360, che, creato direttamente dalla casa americana, permette di federare tutti gli account sui siti di social networking sincronizzando contatti e contenuti quali post, messaggi, fotografie provenienti dalle reti sociali. All'atto pratico abbiamo apprezzato come Motoblur riesca a fondere Facebook e Twitter con MySpace, nonché Gmail con le e-mail di lavoro e quelle personali. È abbastanza facile da usare e la sincronizzazione avviene utilizzando il sito Motoblur. Macchinosa invece l'integrazione dei contatti contenuti nella rubrica di un cellulare dal quale si sta migrando, ma comunque efficace.

Così dopo un po' di operazioni lo smartphone si trasforma in un contenitore della nostra vita digitale con tutti i contatti e le attività che conducono sulle reti sociali in evidenza sulla schermata principale attraverso widget, permettendo di interagire per fare un replay a un tweet, mandare un sms o semplicemente chiamare un amico che ha cambiato status su Facebook.
Il sistema operativo è Android nella versione 1.5, ma sarà aggiornabile alla più recente 2.1, che abiliterà anche le funzionalità multitouch offerte dal display, che peraltro ben performa con i contenuti multimediali. Le doti restano dunque quelle già note della piattaforma open concepita in seno a Google e dunque si apprezza una volta di più l'integrazione con i servizi di Big G. La costruzione è solida e la cerniera è stata rinforzata a dovere onde evitare di romperla cercando di chiudere lo smartphone dal lato sbagliato. Le finiture sono buone ma non eccellenti, almeno nel campione "preliminare in prova.

Centro d'identità permanente
FOTO / Motorola Backflip

20 febbraio 2010
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